diario

  • Post conclusivo

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    Cari Amici

    il viaggio di Luce Mia si è concluso, il film è pronto e non vediamo l’ora che possiate guardarlo, in sala o in tv (e se volete sapere quando e come, ecco la lista completa delle proiezioni).

     

    E, se nel frattempo avete voglia di leggere il diario di produzione, lo trovate qui sotto. Sabrina e io l’abbiamo scritto durante il periodo di riprese, raccontando la storia del film assieme alla nostra. Ci trovate video, riflessioni, messaggi, tutta la nostra avventura vista da vicino, passo passo.

    Abbiamo deciso di conservare questi contributi e ci è sembrato importante mantenere traccia del nostro percorso, anche se ormai è chiuso, come lo sono i commenti a queste pagine.

     

    Ma i vostri post sono importanti, e speriamo continuerete a condividerli con noi qui.

     

    Intanto, venite con noi e non abbiate paura.

    Buona lettura.

    Lucio

     

  • marzo 2015

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    L’ultima volta che l’ho riguardato tutto, ho pianto come non mi capitava da tempo. Non solo per il film. Ma perché per la prima volta ho avuto la sensazione di avercela fatta. Di essere riuscito a far passare ciò che io e Sabrina avevamo deciso di condividere. La nostra esperienza. Di più, la nostra vita. Adesso quella cosa lì c’è, esiste. Deve essere rifinita, ritoccata, ma sostanzialmente c’è e vive. Pulsa. Non so quale sarà il destino di Lucemia. So che RaiCinema ha deciso di crederci. Che i Massimo Volume hanno contribuito a creare la magia. E per adesso posso dirvi soltanto che non vedo l’ora che lo possiate vedere anche voi. Tutti coloro che ci sono stati vicini. E anche tutti gli altri. Perché è un film doloroso, ma in cui vive una luce potente. A presto.

  • novembre 2014

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    Che cosa significa per te questo film? Che cosa vuoi dire?

    Me l’hanno chiesto. Me lo sono chiesto. Più e più volte. E ancora oggi me lo chiedo. E non so ancora darmi una risposta.

    Domani inizio il montaggio. L’ultima fase. La più delicata. L’ultima parte del viaggio, per me. Lo faccio accompagnato da una produzione importante, dalle musiche di un gruppo a me molto caro e da un montatore di cui mi fido ciecamente. Lo faccio consapevole di tutto quello che rappresenta per me, dell’eredità di cui si fa carico, dell’attesa da parte delle molte persone che in questo progetto hanno creduto. Lo faccio per Sabrina. Lo faccio per me. Perché questo film è il mio percorso. La mia ricerca. La strada per andarmi a riprendere la vita che avevo lasciato in quelle stanze.

    Lo confesso. Ho iniziato senza sapere dove andare, seguendo un bisogno. Quel bisogno si è concretizzato, si è fatto più nitido, quando ho incontrato gli occhi di Sabrina. Il mio specchio. Ho seguito quei suoi occhi senza chiedermi mai cosa sarebbe potuto accadere, dove saremmo andati, che cosa avremmo visto insieme. E poi lei ha chiuso gli occhi.

    Non so cosa significhi per me questo film. Non so cosa voglio dire. Ancora. Perché ancora non sono ancora arrivato alla fine del viaggio. Questa parte spetta a me, e a me solo. E so che non sarà facile. Che sarà doloroso guardare. E riguardare. E trovare la strada.

    Ma so che LuceMia è un titolo appropriato. E che da qualche parte la troverò.

    Un abbraccio, forte, a tutti coloro che oggi, ieri e domani sono, sono stati e saranno accanto a questo progetto. A presto.

  • febbraio 2014

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    Ogni tanto ci rincontriamo, in mezzo alla strada, dentro le giornate di vento, nelle domeniche difficili, in fondo agli occhi di mia figlia. Mi guardi. E basta. E a me basta.

    Perché poi, dopo, io me le vado a prendere le tue parole. E quando le metto una di fila all’altra, mi sembrano sempre così perfette da rimanere senza fiato.

    Ogni volta parto da una canzone. Questa si chiama about farewell e non parla proprio di noi, ma di un addio. Del mare che ti si apre dentro. Della fatica dell’attraversare.

    Lo so, lo so, è triste. E tu non sei triste. E c’eravamo detti che non volevamo né tristezza né paura. Ma io ci vedo l’orizzonte dentro questa musica. Come dentro i tuoi occhi. E tutto mi fa già meno paura. Ti abbraccio forte.

  • Luce Mia in html5

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    Luce Mia sta diventando per me sempre di più un’esperienza a 360°, che difficilmente potrò contenere solo in un film… Per questo sto lavorando, con la mia associazione, Docabout, alla progettazione di un racconto cinematografico per la rete, che userà la tecnologia per portare contenuti diversi anche a chi non riuscirò a raggiungere con il documentario… state connessi…

  • settembre 2013

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    Torna a galla come singhiozzi. Capita che il suo sorriso, i suoi occhi, il suono preciso della sua voce mi sorprenda negli spazi vuoti della mia giornata.

    Oggi sono tornato in ospedale: dovevo fare i miei esami del sangue di controllo, che inconsciamente ho deciso di rimandare di settimana in settimana.

    Oggi, mentre guardavo le altre persone in sala d’aspetto, sguardi persi e tristi nelle prime ore del mattino, ho realizzato due cose: la prima è che mi sento solo. Solo con le mie paure, senza avere più qualcuno con cui condividere questa parte dell’esistenza. Qualcuno che capisca, perché lo sente scorrere anche dentro di sè, la paura dell’incerto, naufrago al di sopra di abissi scuri, piccolo di fronte ai capricci del destino.

    La seconda è che difficilmente incontrerò una persona tanto generosa. Sabrina era molte cose, ma se penso a lei in questo momento mi viene in mente soprattutto questo.

    Quando le ho chiesto di condividere questo percorso l’ho fatto perché pensavo di poter dare oltre che ricevere. Dare testimonianza di un percorso, alleviare – dove possibile – paure e dubbi, essere esempio tangibile e reale di un percorso di guarigione. Ma non mi sono davvero mai soffermato a chiedermi cosa Sabrina mi stesse regalando, oltre alle parole, alla disponibilità, al film. La condivisione di un peso. Lo scambio di un dolore, che nell’attimo stesso in cui cambia mano diventa dono, opprtunità, senso.

    Ma io, la sera, avevo un’altra vita che mi aspettava fuori dalle stanze d’ospedale. Lei no. Lei non aveva mai respiro – e questo lo so perché ci sono passato anch’io – la malattia era quello che respirava, mangiava, dormiva. Tutto. Eppure ha deciso di compiere con me questo percorso e di prendere anche la mia parte. E paradossalmente, credo che questo nostro scambio di paure abbia giovato ad entrambi, che abbia funzionato come sottrazione e non viceversa. Che abbia donato a tutto questo il senso. Il mio senso. E in parte, mi sento di dire, anche il suo.

    Rimane che oggi, quando ho visto entrare il sangue dentro la provetta, mi sono accorto improvvisamente che lei non c’era più. Come un singhiozzo.Senza titolo

  • il senso

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    Ieri mattina Sabrina ci ha lasciato.

    Non c’è un modo giusto per dirlo. Fa male, in qualsiasi lingua, modo, forma uno decida di scriverlo. Il silenzio di questi mesi l’ha vista combattere , sperare, aggrapparsi con ardore ad un vita che aveva deciso di andare a riconquistare. L’ha fatto con generosità e forza, fino alla fine, ma la malattia è stata più forte. A tutti noi adesso tocca trovare il senso di questo percorso, della sua scia luminosa. Non sarà facile per nessuno. Non si trova la pace in questi giorni tumultuosi.

    Io non mi do pace. Nonostante il senso io lo possa facilmente leggere in tutte le parole che mi ha lasciato, non mi consola. Ma anzi, proprio quelle parole piene di vita adesso si scontrano con il silenzio della sua assenza. Quando la tempesta, la rabbia che mi consuma si placherà, forse riuscirò a scorgere nuovamente la luce. Ma per voi che ci avete seguito fin qui, che ci avete sostenuto, fin da ora vi dico, vi diciamo grazie. E voglio dirvi anche un’altra cosa. Nonostante la rabbia, la confusione, lo smarrimento, il nostro film si farà. L’ho promesso a Sabrina, me l’ha fatto giurare un giorno di luglio, in una delle ultime chiacchierate che abbiamo fatto.

    Adesso però voglio solo stare immobile e ricordarla. E mandarle un abbraccio infinito per questo suo nuovo viaggio.

  • luglio 2013

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  • non abbiate paura

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    Io non so dove ci porterà questo nostro cammino. Come per la malattia, vivo giorno per giorno. Ed ogni giorno sento cambiare dentro delle cose, mutare sentimenti e convinzioni, un perenne stato di incertezza, un gigantesco e continuo trasloco dell’anima. Ma la perdita è il destino di chi si smarrisce consapevolmente. la perdita di riferimenti certi, di equilibri pregressi, di strutture delineate.

    Io non navigo bene nell’incertezza, non l’ho mai fatto. Nemmeno quando ero io al posto di Sabrina, attaccato a quelle macchine. Semplicemente non pensavo. Lasciavo parlare il mio corpo e lasciavo che la corrente mi trascinasse via da quella maledetta malattia. Non mi sono mai davvero chiesto il senso di tutto questo. Non ho mai pianificato una strategia. Semplicemente ho chiuso gli occhi, ho tenuto le mani di coloro che mi stavano vicino e mi sono buttato. Mi è andata bene.

    Ma alla fine del viaggio mi sono ritrovato con molte ferite. Addosso e dentro. Ad esse è stato necessario dare un nome, trovare un luogo dentro di me dove potessero essere custodite, lenite e diventare cicatrici. Ed è questo che mi sta regalando Sabrina. Con la sua forza, con il suo percorso, con la sua luce. Per questo dico che non bisogna avere paura. Di lei. Di noi. Del percorso. Della malattia. Di quello che stiamo raccontando. Perché alla fine la solidità che pensi di avere nella vita di tutti i giorni, o peggio che pensi ti abbia regalato l’aver sconfitto la malattia, è soltanto una prigione di inutili convenzioni e convinzioni. La vera forza risiede solo all’interno della nostra inadeguatezza. Nell’essere profondamente e limitatamente umano. Ed è solo guardando negli occhi la nostra finitezza, i nostri limiti, la nostra enorme fragilità, riusciamo a trovare la luce che risiede all’interno di ciascuno di noi. Voi non potete immaginare quanta ce n’è. Davvero. Non potete.

    Ed è per questo che non dovete avere paura. Perché noi stiamo provando a raccontarlo e vorremmo poterlo condividere con tutti quanti voi. Perché pensiamo sia davvero importante ed in qualche modo anche bello. Di quella bellezza luminosa che continua ad avere Sabrina, che resiste. Ancora. E ancora.

    http://www.youtube.com/watch?v=WcR4J6ZrQHA

  • Torneremo a volare…

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    Torneremo a volare

     

    La malattia è ricomparsa.

    Come un fulmine a ciel sereno, come una spina nel fianco, come un urlo soffocato; lei è tornata.

    Smarrimento e un lungo sprofondare nel vuoto…

    Ma è durato poco; poi lentamente la luce in lontananza è ricomparsa ed è tornata la speranza e la forza per ricominciare a vivere per la vita!

    Non si molla…mai!

    L’amore vince, l’amore non ci abbandona e io credo, IO CREDO che torneremo a volare…